Esonero Triennale, i Consulenti del Lavoro replicano all’Inps
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro prende le distanze dalla comunicazione dell’Inps (rilasciata in data odierna) sui controlli relativi all’esonero contributivo triennale per le aziende. “Siamo da sempre impegnati nel rispetto della legalità nella gestione dei rapporti di lavoro e non ci sottraiamo alle responsabilità davanti ad accertati casi di illecito”, commenta la Presidente Marina Calderone. E per chi sbaglia è prevista anche la cancellazione dell’Ordine. Pertanto, nel prendere atto delle comunicazioni rese dall’Inps e delle quali l’Istituto si assume la piena responsabilità, rileviamo l’assoluta genericità dei dati contenuti nel comunicato stampa che esprimono riferimenti ad un fenomeno senza darne esatto riscontro. Non bisogna infatti dimenticare che ogni Consulente del Lavoro è identificato dall’Inps assieme alle aziende assistite. Perché l’Inps ha fatto una denuncia generica e non ha contestato alle singole aziende le irregolarità che si dichiarano essere state rilevate? Perché sparare nel mucchio addossando genericamente responsabilità a tutti gli iscritti ad una categoria professionale che gestisce oltre 7milioni di rapporti di lavoro, salvo poi ammettere nel medesimo comunicato che le irregolarità coinvolgerebbero solo una piccolissima percentuale di aziende?
“Il Consiglio Nazionale”, conclude la Presidente, “a tutela dell’onorabilità degli iscritti al nostro Ordine, chiede di ricevere l’elenco dei presunti Consulenti del Lavoro coinvolti nella vicenda, assicurando che come sempre saranno attivate tutte le procedure disciplinari ove fossero comprovati comportamenti deontologicamente perseguibili.”
Nell’ambito delle nuove procedure di “vigilanza documentale” messe in atto dall’Inps, particolare attenzione è stata infatti dedicata alla normativa che ha introdotto l’esonero triennale dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro che hanno effettuato nuove assunzioni con contratto di lavoro a tempo indeterminato nel corso del 2015 (L.190/2014). Attraverso l’incrocio fra banche dati INPS e del Ministero del Lavoro, secondo l’Istituto nazionale di previdenza, “sarebbero state identificate circa 65.000 aziende che sembrerebbero aver usufruito indebitamente dello sgravio per un totale di circa 113.000 lavoratori”. In una nota stampa, inviata il 9 giugno 2016, a seguito di un incontro all’Inps, si citano i Consulenti del Lavoro quali professionisti che hanno assistito le imprese coinvolte nei presunti illeciti. La genericità della comunicazione ha fatto scaturire la replica del Consiglio Nazionale dell’Ordine. Ufficio Stampa Consiglio Nazionale Consulenti del Lavoro.
Riportiamo il link del Comunicato Stampa INPS del 09/06/2016
Riportiamo il link del Comunicato Stampa Consulenti del Lavoro del 09/06/2016
Fonte: www.consulentidellavoro.it
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